Descrizione
Chi ama lo sport e la vita all'aria aperta si troverà a proprio agio in località Pian del Gacc. La zona immersa nel verde, il luogo ideale per passeggiate o percorsi in mountain-bike, per un tuffo nella natura, nella storia o nelle leggende, che lo popolano. Pian del Gacc è attrezzato con due campi da tennis, parco giochi, campi bocce, ed un efficiente punto di ristoro con servizio bar ora in gestione a "Mosegot" di Furlani Simone tel. 346 790 6302.
Durante la bella stagione Pian del Gacc è stato scelto, quale palcoscenico ideale delle manifestazioni organizzate dall'attivo associazionismo, che ha trovato terreno fertile in una comunità da sempre vocata al mutuo soccorso. Musica, ballo, cibo, gare e giochi si susseguono in un'atmosfera inusuale resa incantevole dalla natura. La locale sezione degli Alpini ha in gestione la baita e la struttura annessa dove si svolgono le varie manifestazioni.
E' di pochi anni fa la realizzazione da parte dell'amministrazione comunale di un rilassante ed interessante percorso storico-culturale denominato Sentiero di Monte Piano. Il sentiero si propone di condurre il visitatore fra i boschi e i pascoli dell'altopiano a ridosso del paese, passando accanto a numerose testimonianze dell'intensa e famosa attività mineraria (cadini,calcare,canope) che interessò l'intero altopiano nel corso del medioevo. Il percorso parte dalla Piazza castello, sale per via Zetri e si immerge nei boschi di Monte Piano, fino al lago di Santa Colomba per un salutare ritorno a quel legame ancestrale ed inscindibile con la natura. Al suo interno si possono trovare le più svariate tipologie di piante: tra queste l'acacia, il pino silvestre, il castagno, il larice, l'abete bianco e rosso.
A Monte Piano ed al Calisio in generale è immediato associare l'esperienza dell'estrazione dell'argento, il cui ricordo permane, restando tracce visibili dell'antico mestiere nei cosiddetti cdini e canope.
Cadini è il nome con il quale viene indicato il pozzo minerario da cui veniva estratto l'argento. Delle migliaia di pozzi, presenti secoli addietro sull'intero altopiano del Monte Calisio, oggi se ne contanto circa 80 ancora aperti. La maggior parte di essi sono stati riempiti dai detriti collassati ai lati, mentre altri, quelli ritenuti più pericolosi dai contadini, sono stati intenzionalmente ricolmati.
Le antiche miniere d'argento sono dette canope ed il loro nome ha chiare analogie con il tedesco Knappe (minatore). Il periodo che coincide con il principato del Vescovo Federico Wanga (1207-1218) fu quello di maggior splendore, anche grazie all'arrivo dalla Germania di molti minatori soprannominati 'canopi', ed esperti nella preziosa tecnica. Lo sfruttamento delle miniere argentifere del Calisio, durò ininterrottamente fino al principio del 1500, allorquando ebbe inizio la loro inesorabile decadenza, culminata verso la fine del secolo con un totale abbandono. La canopa è fisicamente una galleria, una miniera a sviluppo orizzontale, scavata seguendo la giacitura delle rocce stratificate. Lo sviluppo interno delle canope è spesso estremamente complicato e labirintico. La sezione dei cunicoli è molto variabile: si possono raggiungere locali allargamenti fino a produrre voluminose stanze mentre non di rado si rinvengono passaggi cosi esigui da impedire il passaggio di un uomo moderno.